L a colorata divisa dei “Liberi Falchi” di Campi non ha perso il suo fascino.
Come cent'anni fa, quando le esibizioni della “Bandina alpina” rallegravano i primi turisti che, imitando i pionieri si avventuravano nella valletta tra i monti dell’Alto Garda in cerca di refrigerio, anche oggi i colori, il taglio e la stoffa vestita dai bandisti accende la fantasia degli ascoltatori.
Una montura voluta all’inizio per richiamare la bandiera italiana e la voglia filoitalica dei contadini, all’atto della sua approvazione, veniva così descritta: “berretta nera e rossa catalana. Velata verde e calzoni corti verdi con bottoni d’ottone. Gilet (panciotto) rosso a fiorellini neri o verdi e fascia a colori spagnoli per i suonatore fascia verde in vita per capo e vice capo. Calze rosse e bianche a righe orizzontali celestine. Le rosse per i due capi”.
Un abito nobile, indossato fino alla Grande Guerra, sostituito poi (1935) da un semplice berretto, prima “sullo stile di quello degli autisti delle corriere” e poi da un “cappello d’alpino” con l’arpa (anni ’50), e quindi recuperato per molti aspetti in epoca recente.
Ora la nuova divisa mantiene i colori del tricolore nazionale ma con lo stile tipicamente contadino e montano delle donne della nostra valletta...